cittadini invisibili

 

Questo reportage fotografico affronta la necessità di informare e far riflettere tutti coloro i quali con leggerezza e superficialità guardano i migranti africani come un problema economico e politico per l'Italia e l'Europa; senza considerare invece il potenziale sociale e culturale di cui potrebbero giovare tutti (politici corrotti esclusi). 

Il titolo "Cittadini invisibili" non dovrebbe aver bisogno di particolari chiarimenti. Semplicemente si riferisce agli immigrati che vivono nelle nostre stesse città, abbandonati a loro stessi, soli e ignorati.

Invisibili appunto.

 

Ho avuto questa sensazione nel mio ultimo soggiorno in Sicilia e ho pensato che raccontare le loro storie potrebbe servire a chi non ha voglia o coraggio di avvicinarli, per ascoltarli e capire chi sono questi migranti che chiedono asilo nelle nostre città e cosa hanno dovuto affrontare prima di raggiungere le nostre terre.

Io l'ho fatto, da solo. Ho preso la macchina, sono andato in giro e li ho cercati, e posso garantire che apprendere certe storie dalla tv o dai giornali è certamente toccante, ma sentirle raccontate di persona e interagire con i diretti interessati è tutta un'altra storia. 

 

Ho avuto la fortuna di incontrare molti di questi ragazzi tra le vie del centro della mia città natale, Caltagirone, in Sicilia.

Alcuni li ho letteralmente avvicinati mentre rovistavano tra i bidoni della spazzatura, altri li ho conosciuti entrando spontaneamente in un centro di prima accoglienza per minori, luogo in cui però purtroppo tale accoglienza si trasforma in un calvario che per tanto, troppo tempo trattiene questa gente, creando malcontento e una crescente sensazione di essere schiavi di un sistema, da cui solo "uomini" di potere traggono profitto, assetati di soldi facili dei fondi europei.

 

Tengo a precisare che per avere contatti con i migranti non servono permessi, raccomandazioni, tessere di partito o appartenenze a comunità religiose.

È sufficiente prendere e andare.

 

Attenzione: l'intento di questo reportage non è quello di sollevare facili e banali moralismi, bensì di mettere a conoscenza dei più disinteressati storie e pensieri di ragazzi che chiedono solo di essere rispettati e ascoltati come semplici persone in difficoltà. Ragazzi che hanno una gran voglia di integrarsi, di rifarsi una vita partendo non da zero... ma da ancora più giù.

 

Ho omesso di proposito qualsiasi commento a storie e foto.

 

Ognuno tragga le proprie conclusioni.

*I diretti interessati hanno dato il consenso per la pubblicazione delle loro foto e storie. Per questioni legali ho, a malincuore, scelto di non mostrare i volti dei 3 ragazzi minorenni.


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